ETICA APPLICATA ALLA ROBOTICA

La consultazione di questo sito implica l’accettazione delle motivazioni per cui è stato costruito e del limite di responsabilità

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LA SITUAZIONE ATTUALE

Il robot viene a tutt’oggi considerato un bene strumentale, con la conseguente facoltà per il proprietario di farne l’uso che vuole fino a poterlo anche distruggere, sia pur nel rispetto del quadro normativo vigente.

 

 

LE PROSPETTIVE FUTURE

Questo concetto che oggi diamo per pacifico e scontato non è detto che rimanga tale. Considerando fatti già accaduti in cui si è invocato, tra il serio e il faceto,  finanche il diritto alla libertà dei pupazzi da giardino, è verosimile che col tempo, a torto o a ragione, sorga tra le persone un movimento di pensiero che invochi un’attenuazione dei diritti derivanti dalla proprietà dei robot fino a rivendicare una qualche forma di “diritti dei robot” ed addirittura il diritto alla libertà.

 

UNA POSSIBILE ANALOGIA

L’analogia che sarà certamente richiamata è quella con la condizione di assoggettamento dell’animale e finanche della condizione di schiavitù dell’essere umano. E’ evidente che perché possa avere una qualche reale motivazione dovremmo riferici a robot estremamente evoluti con capacità, almeno apparente, di assumere decisioni proprie e di avere una “vita psichica” interiore. Il problema potrà essere ulteriormente complicato dal fatto di utilizzare delle reti neuronali, magari costituite anche da materia organica, con capacità di auto organizzazione. Ci troveremo in questi casi di fronte a soggetti dotati di una propria specifica unicità   che oggi è una caratteristica dell’essere umano, e che comunque non va confusa con la “personalità”. La maniera in cui sarà affrontata la questione sarà correlata certamente dall’idea che l’uomo ha di sé stesso e dalla cultura di quel momento storico.

LA QUESTIONE DELLA

PROPRIETA’

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