ETICA APPLICATA ALLA ROBOTICA

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I ROBOT CON COMPONENTI ORGANICHE

E’ verosimile che col tempo, così come si applicano protesi non organiche agli esseri umani, si giungano ad applicare delle componenti organiche   ai robot.

Sono diversi anni ormai che si studia la possibilità di computer che abbiano componenti analoghe a quelli delle strutture viventi e pertanto, tecnicamente, non dovrebbero esserci  ostacoli insormontabili.

Le strutture biologiche rispetto a quelle meccaniche presentano alcuni vantaggi tra i quali ricordiamo la possibilità di autoriparazione ed una propria “flessibilità” ed adattabilità.

Le strutture meccaniche per contro hanno altri vantaggi quali resistenze a condizioni anche estreme, una vasta scelta tra i tipi di materiale da usare con  una conseguente estrema variegatezza delle caratteristiche.

Di per sé, forse,  non ci sarebbero particolari problemi ad utilizzare componenti organiche se non fosse per il fatto che gli esseri umani sono costituiti in questa maniera.

 

 

ROBOT CON COMPONENTI ORGANICHE CELLULARI

Dobbiamo comunque distinguere due grandi categorie quella di componenti organiche non cellulari e quella di componenti organici cellulari.

In ambito biochimico i componenti organici non cellulari vengono usati da molti decenni e finora non hanno creato particolari problemi di tipo etico.  Basti per tutto l’esempio illuminante dell’uso della plastica che chimicamente è un materiale organico.

D’altro canto componenti cellulari sono da noi utilizzati da sempre come ad esempio il legno,  i lieviti, le piante e i fiori in generale.

 Gli stessi capelli umani,quindi una parte del corpo dell’uomo, sono utilizzati in alcuni strumenti scientifici quale l’”igrometro a capello”

Si tratta però sempre di materiali e di usi che rimangono separati da una distanza incolmabile da quella che è l’idea di corpo umano ed ancor di più da quella che è l’idea di persona.

Da un punto di vista etico grossa rilevanza avrà  l’uso di materiale cellulare, di origine animale, vegetale, umano o chimerico dando luogo ad un ampio ambito di discussione

In particolare l’uso di tessuti e materiale cellulare risulterebbe inquietante se utilizzato in un robot antropomorfo.

 

 

LA PROTESI CORPOREA

Una situazione particolare che potrebbe crearsi è quella che potremmo definire “della protesi corporea”. Nella nostra cultura il concetto di individualità si va sempre più identificando con il nostro cervello, in parole semplici tutti noi oggi siamo portati a pensare che se anche ci sostituissero un’anca con una protesi, oppure ci applicassero una protesi al seno o una mano artificiale noi resteremmo sempre e comunque noi stessi e ciò fino a quando il nostro cervello fosse in grado di funzionare. Non e’ peregrina quindi l’ipotesi che di fronte a malattie o ad incidenti devastanti per il corpo in cui però almeno la testa o anche il solo cervello si “salvassero” si potrebbe intervenire sostituendo il corpo in parte o totalmente (cervello escluso) con uno “artificiale”.

Eticamente questo tipo di intervento non presenterebbe, paradossalmente, particolari problemi purché rispettasse i principi generali che giustificano l’intervento terapeutico e cioè  che ci si trovi realmente di fronte ad una situazione patologica, che l’utilità della terapia ricada sul soggetto a cui si applica, che il tipo di intervento sia proporzionato alla gravità della patologia e che non siano applicabili con analoghe prospettive di guarigione impostazioni terapeutiche meno invasive.

Ci potremmo trovare quindi di fronte a persone con tutto o gran parte del corpo di    tipo robotico.

 

 

IL RISCHIO EUGENETICO

Ma la questione non si esaurisce certo alla mera ipotesi di incidente. Una particolare questione etica si concretizzerebbe nel caso in cui si volesse sostituire un corpo malformato con uno “normale”ed ancora altra questione sarebbe il desiderare un corpo nuovo solo perché creduto migliore o più bello.

Pensiamo ad esempio alla ricorrente idea del “super-soldato” o della donna dalla bellezza “perfetta” ed inalterabile nel tempo.

E’ evidente che qui veniamo a passare gradualmente dalla idea di terapia a quella di un nuovo eugenismo mediato dalla tecnologia ed occorre ricordare  come  non sempre tutto ciò che è tecnicamente possibile è eticamente accettabile.

Non è d’altro canto possibile stilare un elenco preventivo di ogni ipotetico caso e del suo grado di ammissibilità bioetica perché  ci ingeriremmo grossolanamente nell’ambito della valutazione del caso singolo che è di competenza del bioetico che opera sul campo e che è chiamato a fare le sue valutazioni, pur nel rispetto di principi generali,  nel caso specifico.

 

ROBOT BIOLOGICI

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